LA TEMESADE UNA FONTE DI ACQUA PURISSIMA E CURATIVA.

 

Questa mia prima ricerca, trova oggettivi riscontri nella documentazione e sui luoghi presi in considerazione.

Tutto ebbe inizio circa 20 anni fa, nel 1997, quando una donna gravemente ammalata di tumore si materializzò quasi dal nulla con in mano la copia di una antichissima pergamena.

Su questo foglio sgualcito erano raffigurate alcune sorgenti del posto. Con le dita tremolanti ne indicò una.

Era per lei una fonte “speciale”, “l’ultima speranza”, disse. 

Questa fonte aveva una scritta in latino Fons salutiferas (ovvero fonte curativa).

Questa storia e la fonte che ne è alla base furono presentate col titolo “Ritrovata dopo vent’anni l’antica fonte miracolosa” dal quotidiano “Messaggero Veneto” l’8 novembre del 2017, dal periodico “L’Alto Friuli” il 12 maggio dell’anno successivo e da “Il Gazzettino” il 4 giugno del 2018.

Foto relativa alla pola da cui sgorga l'acqua dopo un percorso sotterraneo di circa 16,00  Km.
Foto relativa alla pola da cui sgorga l'acqua dopo un percorso sotterraneo di circa 16,00 Km.

La storica e famosa sorgente di acqua purissima detta  La Temesade, posta in una piccola forra vicino alla strada provinciale per Tavagnacco alle coordinate geodetiche 46.14168; 13.20146, esattamente nel punto indicato in mappa, con il contributo di altre sorgenti va a formare un rio che ha il suo stesso nome.

Dopo aver attraversato la campagna a sud di Leonacco, confluisce nel torrente Cormôr, ormai in Comune di Tavagnacco.

 

Estratto di mappa in cui viene individuata l'ubicazione della Fonte
Estratto di mappa in cui viene individuata l'ubicazione della Fonte

La fonte ha una sua storia che merita anche qui essere raccontata, non solo per la sua oggettiva importanza e perché si trova a Leonacco di Tricesimo (UD), frazione in cui vivo, ma anche per il modo, su cui ho già accennato, è entrata nella mia vita.

È una sorgente nota da epoca antichissima. Le prime notizie su di essa ci fanno risalire al 1384 e al 1394 quando una fons de Luynaco fu citata in un documento come unico getto d’acqua per gli abitanti del paese: “unam ripam positam apud fontem de Luynaco”.

Una fonte, dalle proprietà “miracolose” in quanto d’acqua ritenuta radioattiva, così come documentato anche dallo studio effettuato negli anni Venti dal perito G. Tosoni riportato nella seguente mappa.

Scritto dall’interessate quanto particolare giornalista, scrittore e studioso vegetariano dott. Valdo Vaccaro.

 

http://www.medicinanaturale.biz/mutazioni-virali-servizi-segreti-e-concorrenza-monatta/

 

- [ ] I nostri giusti interlocutori stanno nei posti più impensati.

In Italia ci sono comunque i giusti interlocutori, anche se stanno nei posti più impensati e dietro le professioni più semplici e più umili.

In ogni città esistono, basta andarli a cercare.

Quando da giovanotto scrivevo per il Messaggero Veneto di Udine, scoprii che nella mia città c’era un rabdomante sensitivo che si era reso famoso per segnalare il punto esatto di scomparsa di qualche incauto alpinista caduto in montagna.

Era il perito G. Tosoni, e mi mostrò personalmente le sue corrispondenze segrete con l’allora presidente francese Charles De Gaulle, dove gli segnalava, sempre studiati a tavolino col suo pendolino magico, i punti in cui trivellare, nella ricerca del petrolio in Algeria. 

Copia dello studio idrografico sotterraneo del percorso della vena d'acqua, eseguito nel circa 1920 dal Perito Giovanni Tosoni di Udine
Copia dello studio idrografico sotterraneo del percorso della vena d'acqua, eseguito nel circa 1920 dal Perito Giovanni Tosoni di Udine

Una sorgente di vitale importanza per la popolazione del luogo, a tal punto che era stata anche predisposta una vasca di raccolta così da rendere più agevole attingerla.

Una fonte davvero importante tanto da conquistarsi una citazione perfino nella Guida delle Prealpi Giulie di Olinto Marinelli: “quasi sul finire della discesa, prendendo per il viuzzo a destra ed entrando nella forra, si trova un buon getto d’acqua perenne, detta La Temesade, sgorgante da conglomerati calcarei, alla temperatura di 13°”.

Anche nel “Strolic Furlan pal 1983” della  Societàt Filologjche Furlane nel capitolo la “Rive di Luvinà” viene nostalgicamente ricordata da Dino Virgili. “Parcè la a riuinami dentri dal cur chel biel dopo- misdì cun te, agane me de Temesade?!”

https://strolic.filologicafriulana.it/download.aspx?s=DTMI%2FRTIYIlDKL8dZZ%2BnA%2FXfcrB3RaBPmLFwF0V2t3rczWUkSsNQz7COlUYN9jZM

Mentre nel bellissimo diario di viaggio della “Ciclovia Alpe Adria 420 Km. tra Italia ed Austria” viene citata e fotograficamente documentata come uno dei posti più caratteristici ed  interesssanti del territorio morenico orientale,

https://www.leonardobonetti.com/ciclovia-alpe-adria-cicloturismo-italia/

Non ultimo, la sua storia è stata inserita anche nella prestigiosa Agenda Friuliana 2022 curata dalla dott.ssa Elisa Mauro Chiandetti.

Il suo nome potrebbe derivare dal friulano tamesâ o temesâ (vale a dire: setacciare, vagliare, separare) per la credenza che quest’acqua sgorghi filtrata, depurata, in pratica purissima.

Credenza confermata da alcuni test realizzati a riguardo della sua composizione biochimica, che hanno riconosciuto le sue proprietà benefiche e terapeutiche grazie all’elevata concentrazione di calcio, magnesio e una piccola quantità di arsenico.

Anche le recenti analisi sulla radioattività, ne hanno confermato la potabilità e le caratteristiche dell’acqua.

Per capire quanto La Temesade fosse importante, basti sapere che fino agli anni ’60-’70 alla sorgente si approvvigionavano le popolazioni non solo di Leonacco, ma anche dei paesi vicini, attirati anche dall’antica nomea di essere salutare e benefica in virtù delle sue innumerevoli qualità terapeutiche.

 

A cavallo degli anni ’50-’60, il suo appellativo ispirò il nome di una compagnia teatrale del posto e la denominazione di una pubblicazione periodica realizzata dal Circolo Culturale Sante Patussi di Leonacco e Felettano.

 

Purtroppo a causa della mancanza di manutenzione, a partire dalla prima metà del Novecento La Temesade era stata progressivamente abbandonata e, di fatto, dimenticata a tal punto che viveva solo nei vaghi ricordi di alcuni anziani del paese.

Dopo circa vent’anni da me dedicati alla raccolta di testimonianze e alla ricerca di quel “magico” zampillo d’acqua, grazie alla sensibilità degli attuali proprietari del fondo dove essa sgorga e alla mia opera, La Temesade ha ritrovato l’antico splendore. 

Si è trattato di un lavoro non facile, sia nel recupero dell’ambiente naturale della forra da cui l’acqua sgorga sia nel renderne nuovamente fruibile l’accesso a tutti, abitanti di Leonacco e visitatori di fuori. 

La Temesate, ora ripulita, con una nuova fontana e una via di accesso acciottolata, è tornata alla funzione che svolgeva da secoli: offrire un rinfrescante e rilassante sorso d’acqua, apprezzabile soprattutto in questi nostri tempi così artificiosi e convulsi.

Leggendo il De architectura scritto nel 40 a. C. ~ da Marco Vitruvio Pollione, ovvero Marcus Vitruvius Pollio, (80 a.C.-23 a.C.) un trattato di architettura e non solo, costituito da 10 libri e ritenuto uno dei più importanti che la Storia ci ha tramandato, mi sono soffermato con particolare interesse ai contenuti riportati nel Libro primo ed ottavo.

E da questi libri ne ho tratto i seguenti passaggi che danno un senso a tutta la mia ricerca ed impegno per far riemergere e riqualificare l’antica fonte “MIRACOLOSA”.

 

“Il luogo è innanzitutto una relazione tra la terra e il cielo, ciascuno distinto da proprietà e caratteri che ne determinano non solo il microclima, ma anche l’aspetto e la vita degli stessi esseri viventi.

Nel sito, in cui tutti i sensi umani sono coinvolti, c’è un’esperienza di umori, sapori, odori, suoni, tutti effetti capaci di provocare reazioni non solo sulla materia e sul corpo di uomini e animali, ma anche sulle forze della natura e sull’incontrarsi e combinarsi degli elementi. Un’esperienza di una totalità significativa che l’uomo deve considerare e che non può non rispettare quando si costruisce.

Pitagora e altri filosofi dell’epoca dicevano che gli elementi primordiali che componevano la natura erano quattro: aria, fuoco, terra e acqua, che, combinandosi tra di loro secondo le leggi della natura, erano in grado di produrre tutte le forme e le qualità dell’universo.

Ed io d’accordo con questo, sostengo che senza l’energia proveniente da questi quattro elementi nulla può crescere e vivere: proprio per questo motivo un’intelligenza divina ne ha reso facile la reperibilità.

L’acqua, in particolare 'est maxime necessaria et ad vitam et ad delectationes et ad usum cotidianum', e per giunta, come lui stesso dice, è gratuita.

Gli autori greci, Teofrasto, Timeo, Posidonio, Egesia, Erodoto, Aristide, Metrodoro, con grande cura ed attenzione, hanno reso noto le proprietà delle acque, la natura delle zone geografiche in base al clima, le caratteristiche dei luoghi.

Ed io, seguendo le loro orme, ho annotato quanto ho ritenuto sufficiente circa i vari tipi di acque, affinché fosse più facile per la gente scegliere le fonti dalle quali poter condurre acque correnti per l’uso nelle città e nei municipi.

Tutti gli esseri viventi, sia pur privati del frumento o dei frutti o della carne o del pesce, potranno mantenersi in vita utilizzando altre sostanze alimentari, ma senz’acqua nessun organismo vivente può nascere o mantenersi o essere in attività.

È per questo che bisogna cercare e scegliere le fonti con grande zelo, avendo di mira la salute dell’umanità."



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